Nella ricerca di un raccolto ecologico, si dà spesso un’occhiata all’armadietto dei medicinali di casa, dove una fiala di iodio si trova modestamente tra le altre cose.
Questo antisettico, come si è scoperto, è in grado di fare molto al di là della pelle umana, soprattutto su un letto di fragole da giardino, riferisce il corrispondente di .
Funziona come un potente fungicida e stimolante allo stesso tempo, rafforzando l’immunità della pianta e sopprimendo lo sviluppo delle spore del marciume grigio. Per il trattamento primaverile preparare una soluzione di 5-10 gocce di soluzione alcolica di iodio per 10 litri d’acqua, mescolando accuratamente.
Questa composizione viene versata sui cespugli dopo aver pulito il letto dalle foglie vecchie, spendendo circa 0,5 litri per pianta. Lo iodio non solo disinfetta il terreno alle radici, ma dà anche un impulso iniziale per la crescita del fogliame giovane, che sarà la base per la fotosintesi.
Durante il periodo di avanzamento degli steli fiorali e di germogliamento, effettuare un trattamento fogliare sulle foglie, riducendo la concentrazione a 3-5 gocce per lo stesso secchio d’acqua. L’irrorazione deve essere effettuata con tempo nuvoloso o di sera, in modo che le gocce lente non provochino bruciature sulle foglie delicate.
Questa procedura riduce notevolmente il rischio di danni ai fiori e alle ovaie da parte del principale flagello delle fragole, il marciume grigio. Il meccanismo d’azione si basa sulle proprietà ossidanti dello iodio, che interrompono il metabolismo delle cellule fungine, impedendone lo sviluppo.
Per la pianta, tuttavia, questo elemento in microdosi è benefico, partecipando alla regolazione dei sistemi enzimatici e aumentando la vitalità complessiva. Si tratta di un delicato equilibrio tra veleno e cura, in cui il dosaggio decide tutto.
È stato osservato che dopo questi trattamenti le bacche sono meno colpite dalle lumache, che sono apparentemente scoraggiate dall’odore specifico. Inoltre, la piantagione acquista un aspetto più curato e sano e il fogliame si distingue per un ricco colore verde scuro.
La resa aumenta non tanto per l’aumento del numero di bacche, quanto per la conservazione di quelle già formate. È importante capire che lo iodio non è un alimento nutriente, ma piuttosto un agente protettivo e stimolante.
Non sostituisce un fertilizzante completo, ma funziona perfettamente in combinazione con esso, potenziandone l’effetto. Il risultato è particolarmente evidente nelle piantagioni indebolite dall’inverno o in quelle vecchie che hanno bisogno di essere rianimate.
Gli oppositori del metodo sottolineano giustamente il rischio di accumulo di iodio nel terreno in caso di eccessiva fascinazione. Pertanto, dovrebbe essere applicato non più di 2-3 volte a stagione, rispettando rigorosamente i dosaggi minimi.
Come per ogni rimedio potente, anche in questo caso è importante la moderazione e l’attenzione alla reazione delle piante. Questo metodo, appartenente alla categoria “economico e sgarbato”, dimostra come la conoscenza della chimica e della biologia possa essere trasformata in uno strumento pratico.
Ci ricorda che il confine tra la farmacia e l’orto è molto arbitrario e molte soluzioni si trovano all’intersezione delle discipline. La fiala di iodio diventa un simbolo di questo approccio audace e sperimentale al giardinaggio.
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