Perché abbiamo paura del silenzio: come il silenzio fa più paura di un litigio in una relazione

C’è un silenzio rumoroso dopo un litigio, e c’è un silenzio che si protrae per giorni e settimane – gelido e penetrante.

È questo, più che il conflitto violento, a diventare il vero indicatore di pericolo in una coppia. In un litigio c’è ancora energia, eccitazione, desiderio di essere ascoltati, riferisce il corrispondente di .

Solo la stanchezza e la disperazione vivono in un silenzio tombale. Questo silenzio è ciò che gli psicologi chiamano alienazione emotiva, e agisce come un lento veleno. I partner sono fisicamente vicini, ma tra loro si costruisce un muro invisibile di lamentele, delusioni e incomprensioni non dette.

Pixabay

I contatti si affievoliscono non per cattiveria, ma per la paura di scontrarsi nuovamente con un muro di incomprensioni o di provocare una nuova esplosione. Il più delle volte si tace quando si è cercato di parlare più volte, ma le parole sono state infrante dalla difesa, dall’indifferenza o dalla critica.

È un meccanismo di difesa: dato che le parole non funzionano e provocano solo dolore, dobbiamo smettere di dirle. Il corpo e la psiche conservano le risorse rimaste entrando in una difesa sorda.

Il pericolo è che sotto questa gelida coltre di silenzio ribollano le emozioni inespresse. Non scompaiono, ma si accumulano come il magma in un vulcano, e un giorno potrebbero scoppiare con un’esplosione devastante, dopo la quale sarà quasi impossibile ripristinare qualcosa.

O, peggio ancora, il magma si raffredderà per sempre, trasformando la relazione in un deserto. Solo il coraggio di rompere questo circolo vizioso può salvare la situazione. Non necessariamente con una resa dei conti clamorosa.

A volte basta una domanda semplice e senza pretese: “Sento che tra noi è cresciuto un muro di silenzio. È difficile per me.

Possiamo parlare di quello che sta succedendo senza incolparci a vicenda?”. Questo è un invito al dialogo, non un ultimatum. L’esperienza personale lo suggerisce: in una delle crisi, io e il mio partner, avendo capito che avevamo dimenticato come si parla, abbiamo iniziato con l’assurdo.

Abbiamo deciso di passare 10 minuti ogni sera a descrivere la nostra giornata in terza persona, come se stessimo raccontando una notizia. “Oggi una persona era arrabbiata per il caffè versato e l’altra non se n’è accorta”. Questo gioco ha eliminato le difese personali e ci ha permesso di ricominciare ad ascoltarci.

Il silenzio non è sempre una cosa negativa. C’è il silenzio-riposo, il silenzio-contemplazione, il silenzio-accoglienza, quando le parole non servono. Ma dovrebbe essere condiviso, confortevole, pieno di presenza.

Distinguere l’uno dall’altro è semplice: in un silenzio sano ci si sente connessi, in un silenzio distruttivo si sente solo un vuoto incolmabile e una distanza insormontabile. Non lasciate che il silenzio si radichi nella vostra vita insieme e diventi la norma.

Come la ruggine, corrode i legami più forti. Correte il rischio di essere i primi a superare il muro. Anche se il vostro gesto non sarà immediatamente accettato, avrete già rotto il mortale status quo e dato al calore una possibilità di ritorno.

Leggi anche

  • Quando il passato intralcia il presente: come non portare vecchi rancori in una nuova unione
  • Come sopravvivere alla non-reciprocità: perché non ci si può costringere a disamorarsi

Share to friends
Rating
( No ratings yet )
10 Consigli Utili e Life Hacks per la Vita Quotidiana